
Legge sulla pasta: occhio all'etichetta
Quando facciamo la spesa, spesso ci lasciamo guidare dal prezzo, dal colore del pacco o dalla marca più conosciuta. Ma quante volte ci fermiamo davvero a leggere l’etichetta di quello che mettiamo nel carrello? Eppure lì c’è scritto tutto: da dove arriva la materia prima, come è stata lavorata e che tipo di prodotto stiamo portando a tavola.
Le leggi italiane (già a partire dagli anni ’60 con la Legge 580 del 1967, fino al più recente DPR 187 del 2001) ci ricordano che il cibo non è mai “tutto uguale”. Ogni passaggio – dalla scelta del grano, alla molitura, fino all’essiccazione – fa la differenza.
La provenienza conta (più di quanto pensi)
Non basta leggere “grano duro” o “grano tenero”: è fondamentale capire da dove arriva il grano. Negli ultimi anni, le etichette sono diventate più trasparenti e ci permettono di vedere se la materia prima è italiana, europea o extra UE. Perché importa? Perché clima, terreno e metodi agricoli cambiano radicalmente la qualità finale. Un grano coltivato nelle pianure pugliesi non sarà mai identico a uno importato dall’altra parte del mondo. Occorre considerare che in Italia abbiamo le normative più stringenti al mondo per quanto riguarda l'uso di pesticidi e le procedure alimentari e di conservazione. Per non parlare dello stoccaggio e di tutti i mesi passati in nave per il trasporto.
Molitura: il cuore della farina
Il termine “abburattamento” che si trova nelle leggi non è un vezzo burocratico, ma indica proprio il processo con cui il chicco viene pulito e macinato. A seconda di quanto il grano viene raffinato, otteniamo farine più bianche (come la tipo 00) o più ricche di fibre e nutrienti (come la tipo 1, 2 o integrale). Scegliere un tipo di farina piuttosto che un altro non è solo questione di ricetta, ma anche di salute e gusto.
Essiccazione: la lentezza premia
Per la pasta, oltre al grano e alla molitura, c’è un altro passaggio decisivo: l’essiccazione. La legge stabilisce i parametri minimi, ma non dice tutto. Oggi la differenza la fa la scelta del produttore: essiccare a temperature alte e in poche ore è più veloce ed economico, ma può compromettere la qualità e il sapore. Essiccazioni più lente e a basse temperature, invece, preservano meglio le proprietà nutritive e il profilo aromatico della pasta.
Etichetta = carta d’identità del cibo
Quando leggi un’etichetta, pensa che è come sbirciare dietro le quinte:
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Scopri dove è nato il grano.
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Capisci come è stato lavorato (farina raffinata, semi-integrale, integrale).
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Intuisci quanto tempo e cura ci sono voluti per trasformarlo in pasta o pane.
Il consumatore consapevole fa la differenza
Non si tratta di diventare ossessivi o di passare ore davanti agli scaffali. Bastano pochi secondi per fare una scelta diversa, più informata e spesso anche più sana. Ogni volta che leggiamo l’etichetta e scegliamo un prodotto di qualità, stiamo premiando chi lavora bene, chi rispetta la materia prima e chi non cerca scorciatoie.
Alla fine, il potere è nelle nostre mani (e nei nostri occhi): basta usarlo.
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